Dal 3 giugno siamo ufficialmente entrati nella tanto attesa “fase tre”. Un periodo molto particolare che, se da una parte ci ha restituito la libertà, dall’altra ci riporta ai ritmi veloci del lavoro e della vita di tutti i giorni. Durante questa lunga quarantena ho riscoperto un nuovo modo di vivere le giornate, gli affetti e anche il lavoro ha cambiato forma per tutto il periodo del lockdown. La consulenza nutrizionale a distanza è stata una piacevole scoperta: quello che prima sembrava un limite (cioè essere separati da uno schermo) si è rivelato uno strumento efficace che mi ha permesso di raggiungervi ovunque e supportarvi in ogni modo. E questo mi ha insegnato che quando vogliamo aiutare qualcuno, possiamo farlo con tutti i mezzi che abbiamo, senza pregiudicare in alcun modo l’efficacia del nostro aiuto. Infatti, questo strumento di consulenza on line mi ha permesso di restare in contatto con voi e aiutarvi in un momento in cui abbiamo fatto i conti con un modo diverso di fare la spesa e con emozioni che spesso hanno trovato conforto nel cibo. Anche il mio rapporto con il cibo, che pensavo fosse ormai consolidato nelle mie sane abitudini di nutrizionista, ha vissuto un grande rinnovamento. Lontana dai ritmi frenetici scanditi da un’agenda piena di impegni, di scadenze e di cose da fare, il mio tempo ha assunto una dimensione nuova, quella della calma e della lentezza, che non è mai sfociata nella noia, piuttosto, nella voglia di esplorare un ritmo diverso. Un tempo di sperimentazione che ha trovato la sua più bella espressione in cucina. Nuove abitudini e nuove consapevolezze che adesso vivono una prova difficile: quella di mantenerle quando tutto piano piano ritornerà alla normalità.
La spesa
Da quando la quarantena ci ha costretti fare la spesa una volta a settimana, ho avuto l’opportunità di programmare bene e di guardare con attenzione i miei acquisti, che prima facevo quasi giornalmente. Ogni settimana ho ordinato la mia spesa (cereali, legumi e verdure e tanto altro) in una piccola bottega vicino casa dove riesco ad avere verdure fresche di stagione e a km 0. Compilare la lista della spesa il lunedì per riceverla il mercoledì è diventato un appuntamento fisso, piacevole, a cui non riesco più a rinunciare, che oltretutto mi dà la possibilità di variare sempre la mia spesa, e quindi la mia alimentazione, e mi fa risparmiare tempo e denaro. Inoltre, poiché si trova solo frutta e verdura locale e di stagione, di settimana in settimana la mia spesa vedeva sempre qualcosa di nuovo al posto di ortaggi che nel frattempo uscivano fuori stagione, e perciò non è mai stata la stessa. Ho imparato a misurare la spesa in funzione di ciò che effettivamente consumo, questo mi ha permesso di comprare solo il necessario, riducendo notevolmente gli sprechi, cosa alla quale presto sempre molta attenzione, non mi piace buttare cibo e faccio di tutto per evitarlo.
Il menù
Chi ha iniziato con me un percorso di educazione alla sana alimentazione e segue i miei consigli, sa che i miei piani nutrizionali prevedono un menù settimanale di ricette sane, costruito prima di tutto sulla base delle esigenze della persona. Avere un menù settimanale organizzato e con i cibi abbinati in modo corretto, ha infatti numerosi vantaggi, e non solo in termini di benessere. Infatti, questo metodo ci consente di avere una dieta varia e di gestire bene la spesa, ottimizzando i tempi in cucina ed evitando sprechi. Specialmente durante la quarantena, in cui non è stato possibile recarsi spesso al supermercato, si è fatta più forte e diffusa l’esigenza di programmare la spesa settimanale in modo da comprare il necessario e senza eccessi. Un’abitudine utile da portare anche nella nostra vita di tutti i giorni, quando a causa di ritmi più intensi non avremo tempo di fare la spesa ogni giorno. Tuttavia, durante la quarantena ho sperimentato anche che un menù settimanale ci aiuta nella scelta degli ingredienti da acquistare e nella programmazione dei pasti, ma che questo non deve limitare la nostra creatività in cucina, ingrediente indispensabile per trasformare qualsiasi dieta in un’esperienza piacevole. Infatti, quando ogni settimana mi sono trovata davanti la tavolozza di colori offerta dalla mia spesa di frutta e verdura, ho abbandonato l’idea del menù fisso per provare ricette nuove ispirata dagli ingredienti della mia coloratissima cesta, ma anche per recuperare le ricette antiche dai quaderni della nonna.
La cucina sostenibile
E’ anche vero che, per quanto sia stato piacevole il tempo trascorso in cucina tra i fornelli, sapevo bene che questo non sarebbe stato possibile e sostenibile a lungo, soprattutto quando sarei tornata al mio lavoro in studio. Quindi ho approfittato di questo tempo per provare, sperimentare, inventare nuove ricette che mi permettono di cucinare lo stesso ingrediente per utilizzarlo in modo diverso due giorni consecutivi. Non si tratta semplicemente di riscaldare gli avanzi, ma di trovare un modo creativo per trasformare lo stesso ingrediente in pietanze diverse, anche dal punto di vista nutrizionale con un notevole risparmio di tempo, di energie (e di piatti da lavare!).
La tavola
La prova più difficile di questa mia quarantena è stata sicuramente quella di non poter condividere i miei piatti con gli amici o con la mia famiglia. Questo però, se da una parte mi ha fatto capire che anche la convivialità e la buona compagnia a tavola sono ingredienti importanti di una sana alimentazione, dall’altra mi ha regalato l’occasione di vivere il tempo dei pasti in modo diverso. Sedersi a tavola è un momento di incontro, non solo con gli altri, ma prima di tutto con sé stessi e ho capito che devo sempre essere grata di questo tempo, mai scontato, e viverlo nella sua sacralità. Non ho mai rinunciato ad apparecchiare la tavola con cura, ad accendere una candela, a mettere le cose nel piatto come se dovessi servirle a un ospite, ho masticato lentamente, ho ascoltato il silenzio e ho capito che ogni volta che ho mangiato distrattamente, leggendo messaggi al cellulare o guardando la tv, o al volo per strada, ho perso l’opportunità di “ristorarmi”, cioè di fermarmi per riprendere le energie e poter ripartire. E questo protratto nel tempo, giorno dopo giorno è un danno alla nostra salute.
Ho capito che cucinare è un atto d’amore che possiamo donare agli altri, ma che non dobbiamo fa mancare mai a noi stessi.